L'innominato

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L'innominato

Non è un ragionamento, ma un incontro che decide dell’esistenza: non un discorso o una morale, ma un affetto e un abbraccio! Questo è ciò che accade all’Innominato ne I Promessi Sposi.

Protagonisti dei capitoli centrali del romanzo manzoniano sono, oltre all’Innominato, il cardinale Federigo Borromeo e Lucia Mondella. La ragazza viene rapita e condotta nel castello, dove incontra il signorotto. Durante il colloquio la fanciulla supplica l’Innominato chiedendogli pietà «In nome di Dio...» ed egli, punto sul vivo, risponde: «Dio, Dio, ... sempre Dio: coloro che non possono difendersi da sè, che non hanno la forza, sempre han questo Dio da mettere in campo, come se gli avessero parlato. Cosa pretende- te con codesta vostra parola. Di farmi...?».

Allora Lucia pronuncia quella frase che salverà l’uomo disperato: «Oh Signore! pretendere! Cosa posso pretendere io meschina, se non che lei mi usi misericordia? Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia!»

L’Innominato passa tutta la notte rinchiuso nella sua camera e Manzoni descrive quei momenti regalandoci uno dei brani più alti della letteratura italiana.

La conversione poi si compie attraverso l’abbraccio incondizionato del cardinal Federigo, che accoglie l’Innominato come l’amico più caro.

Si propone una lettura drammatizzata di queste pagine dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni intrecciata all’esecuzione di alcuni brani musicali che sottolineano ed esprimono la crisi esistenziale dell’uomo attraverso il tormento prima e la serenità poi.