Giovanni Guareschi

lettura drammatizzata

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guareschi - letture spettacoli

Matteo Bonanni legge alcuni racconti di Giovannino Guareschi accompagnato dalla fisarmonica di Gino Zambelli.

Partendo dall'ironia del “Corrierino delle famiglie” si passa al “Mondo piccolo”, in cui si raccontano le vicende di Don Camillo e Peppone, senza dimenticare il “Diario clandestino”, sugli anni di prigionia in Germania, e altri testi meno noti. Composto da brani divertenti e da altri più drammatici, il percorso vuole mettere al centro la vena umoristica di Guareschi anche nelle situazioni più difficili, per far emergere la bellezza delle pagine di uno scrittore, spesso dimenticato, che rimane tra i grandi della letteratura italiana del ‘900.

L’intera produzione di Guareschi, infatti, è permeata da un umorismo unico e da una fede autentica, che gli hanno permesso di affrontare tutte le circostanze con uno sguardo positivo: la vita in famiglia, il giornalismo, la deportazione nel lager, gli scontri politici, i tredici mesi di carcere nel dopoguerra e gli acciacchi degli ultimi anni.

Fin dai primi lavori, riesce a trasmettere un modo affascinante di guardare la realtà attraverso la scrittura. Perciò, leggendo e ascoltando questi testi, non si incontrano solo i mille personaggi che li popolano, ma si ha la possibilità di incontrare Guareschi stesso. Un autore che aveva ben chiaro – come scrisse nel 1939 – che “l’umorismo è una cosa seria”, ovvero che l’umorismo c’entra con tutto: con la famiglia, con gli affetti, con il lavoro, con la politica. Insomma, c’entra con la vita. E grazie alla capacità di Guareschi di mettere a tema la vita, queste pagine conservano una freschezza che parla al cuore di chiunque.

l'autore

Giovannino (e non Giovanni, come molti sbagliando scrivono) Guareschi nacque a Fontanelle di Roccabianca il 1 maggio 1908 e morì a Cervia il 22 luglio 1968. La formazione culturale, letteraria e religiosa, avvengono nella frequentazione di alcuni sacerdoti e di autori della sua Parma fra i quali Zavattini, e – ovviamente – nella lettura dei Classici antichi, nonché di Alessandro Manzoni. La sua vita e la sua letteratura sono impregnate degli umori della terra emiliana, di partecipi affetti familiari, di profondamente sentiti - e praticati, per così dire - valori civili e religiosi, che si colgono nelle pagine dei romanzi umoristico- sentimentali dei tempi del “Bertoldo” (La scoperta di Milano, Il destino si chiama Clotilde, Il marito in collegio), come in quelle dolenti e meditabonde scritte nei lunghi mesi dell’internamento (Diario clandestino, La favola di Natale, Ritorno alla base), per arrivare alle considerazioni acute e sofferte del Dopoguerra italiano che fu (pure) un “dopoguerra civile”; quindi ai godibili racconti di vita familiare (Corrierino, Zibaldino, ecc.) per concludersi con la saga della Bassa, come può essere considerata la serie dei racconti (più di trecento) all’insegna del “Mondo piccolo”: Don Camillo, Don Camillo e il suo gregge, Il compagno don Camillo, Don Camillo e don Chichì, e via elencando: trenta libri, dei quali diciotto postumi realizzati dai figli Alberto e Carlotta, mettendo insieme, appunto, tante pagine sparse dello scrittore.

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